E' un ottimo spunto per molte riflessioni:
"Qual
è il tuo problema? Credo di saperlo. Lo vedi ogni mattina nello specchio.
Tentazione e dubbio convivono fianco a fianco nella tua testa. Sai che non
dovrebbe andare così. Però sei diventato un adepto della nuova religione, e ti
sei calato nei panni di qualcun altro.
Sei
tormentato perché ti ricordi di aver avuto qualcosa di meglio. A ogni passaggio
del rasoio, ti domandi perché pisci sempre sangue nel cesso altrui. Hai
accettato il lavoro che ti ha offerto, e lui ha in pugno il tuo futuro. Hai
l'indispensabile e anche il superfluo, attestati di successo che credevi ti
avrebbero dato stabilità e che danno sicurezza al tuo capo. Il debito che hai
contratto ti rende acquiescente, gli interessi da ripagare ti rendono educato.
Non
sei stufo di essere tentato da uno stile di vita alternativo, mentre ti
ritrovi legato da catene che ti sei scelto da solo? Del dubbio che ti rode che
una laurea, ultimo baluardo di resistenza, sia quello che ci vuole per te – e
per sempre? Ogni fine settimana ti prepari per le dure settimane di ogni
estate, quando farai delle belle tirate in moto, oppure scalerai, con il solo
imperativo di andare a letto stanco. Oppure quando sarai al massimo delle
forze, e ti verrà una vampata di caldo mentre precipiterai sette metri al secondo
nella tua imbragatura e ti domanderai se la corda terrà. Il rischio
ridimensionai i futili interrogativi della vita. Lassù, risucchiata dai sottili
strati di nuvole, la terra sembra piccola, il tuo capo ancor più piccolo, e
vorresti che fosse sempre così. Ma è destino che rimanga solo un pio desiderio.
Il
terreno è duro, quindi il lunedì mattina è aspro. Lo strapiombo che hai
affrontato nel week-end, lo rivesti della formalità e del decoro di giacca e
cravatta. Ascolti musica banale da una radio commerciale perché è inoffensiva,
FPC: Fottutamente Politicamente Corretta. Che fine ha fatto l'ortodossia della
controcultura, che nel fine settimana ti ha fatto flirtare con i nastri dei
Bad Religion e dei Pistols d'annata? Il lunedì mangi cibo scongelato e vivi
l'esperienza omogeneizzata della città. Ma la domenica pensi di tagliarti a
zero i capelli. Volevi alzare un pò il volume, e ti sei domandato quanto sei
sembrato fuori posto nel negozio di dischi della Sub Pop. Scartabellando tra i
dischi d'importazione, non hai riconosciuto neanche una band. KMFDM? Sta per
Kill Mother Fucking Depeche Mode. Non lo sapevi'? Com'è possibile?
Martedì
torni a guardarti nello specchio. Ti rimanda uno sguardo fisso, accusatorio.
Come fai a tirare avanti con quella singola dose settimanale? Come
puoi sentirti soddisfatto di quelle esperienze fittizie? Perché mai le tue
parole dovrebbero avere un senso? Non le hai imparate col cuore né le hai
scritte col sangue. Se non ti aggrappi al delirio che implica la maestria in quelle
discipline, che valore può avere la tua partecipazione? Quando è superficiale,
la verità non ha alcun senso. Hai il coraggio di vivere con un'integrità che ti
pugnala alle spalle?
Usa
lo specchio per affondare il rasoio fino al cuore delle questioni, e scoprire
la tua autentica essenza. Usa il rasoio per tagliar via quello che non ti
serve. Non esiste una ricetta per la vita che vuoi vivere. Nel tentativo di
seguire una ricetta, ti sei ritrovato al punto di partenza.
Mescola
un diploma delle superiori con una laurea breve e un fidanzamento da
collegiale. Con un frullino ( meglio con una frusta) unisci due auto, una casa
tirata su in economia in una stradina a fondo chiuso, e cinquanta ore alla
settimana di lavoro in un ufficio dove non gli frega proprio niente di te.
Riproduciti una volta. Poi una seconda. Metti tutti gli ingredienti in un
solco, o in una fossa. La differenza è che il primo è un po' più lungo della
seconda. Inforna a calore vivace, finché la vita che ne risulta è pronta.
Rigida. Senza via di scampo. Servila in tavola, buon appetito.
Però
c'è una via di scampo. Pratica uno stile di vita, invece di sciacquartici la
bocca. Vivi con passione. mettici del sentimento. Qualunque scelta di vita tu
abbia fatto, vivila con onestà. Lascia perdere l'uomo del Rinascimento, quella
stronzata, di fare un sacco di cose diverse (nessuna delle quali davvero bene,
secondo i gusti standard). Affonda nelle viscere di una sola cosa: accollati,
senza sofismi, la responsabilità della tua scelta. Quando vivi con onestà, non
puoi separare la mente dal corpo, ne i pensieri dalle azioni.
«Se
davvero vuoi far del male a loro e ai loro figli che verranno, di loro sempre
la verità.»
Henry Rollins, See
a Crown Man Cry, 1992
Dì
la verità. In primo luogo a te stesso. Dillo fino a star male.
Impara
la cruda realtà del tuo egoismo. Smetti di vivere a tue spese per il prossimo,
perché così non sei davvero vivo. Vivi nel paese della menzogna: e ti dicono
che stai in un posto carino, finché continui a dormire.
Bhe, cazzo! È ora di svegliarti!
Lo
faccio. Mi sveglio. Domani, quando berrai il caffè, prendilo scuro e
assaporalo. Senti la scossa della caffeina che ti trapassa. Non darla per
scontata. Usala per uno scopo. Brucia i libri di Grisham. Vendi tutti i CD. Mariah
Carey, Dave Mathews e 'N Sync non sono la colonna sonora giusta per dove stai
andando.
Tagliati
i capelli. Non preoccuparti del grigio che avanza. Se sei bravo in ciò che fai,
a nessuno importa del tuo aspetto. Vai in palestra. Impara la dífferenza fra
mettercela tutta, e quanto hai fatto finora. Vivi per i paesi e per l’aria
aperta. Punisci il tuo corpo per rendere perfetta la tua anima. Piantala con
quella tua abitudine di essere gentile con tutti quelli che incontri. Se lo
meritano? Dì più spesso dei no.
Smettila
di fare il fighetto alle feste. Del tuo battito cardiaco accelerato, dei tuoi
7a, e del tuo tempo da record su Slickrock Trail non
frega niente a nessuno. Quei numeri sono dei termini di paragone dei progressi
che fai: dimostrali, non raccontarli.
Sii
superiore a queste miserie.
Ma
un nuovo taglio di capelli e una nuova colonna sonora non fanno un uomo nuovo.
Finché disponi di una rete di sicurezza, agirai senza vera partecipazione.
Quando incontrerai la minima resistenza, tornerai alle tue vecchie abitudini.
Ti serve la disperazione del samurai, e la sua pazzia.
Fatti
saltare i ponti alle spalle. Fai esplodere le fondamenta. Mettiti con le spalle
al muro. Fatti una tua opinione, quale che sia, esci dal recinto e poi fallo a
pezzi. Mettiti nella condizione di non poter tornare indietro. Quando ti
impegnerai davvero, la verità sarà evidente.
Cosa
accadrà alle tue sicurezze? Tu hai bisogno dell'insicurezza. Ti serve la
confusione. Qualcosa che ti costringa a reinventarti, una frustata perché tu ce
la metta tutta.
-
Non provo mai a far niente — lo faccio e basta. Vuoi provarmi?»
White
Zombie
In
Dune, Frank Herbert l'ha definita «la cura del coltello»: tagliar fuori tutto
quello che è incompleto, e poi dire «adesso è compiuto, in fondo finiva proprio
in quel punto».
Per
ritagliarti il tuo spazio, in un mondo dominato dalla Gravità, devi impegnarti
sul serio. Devi essere bravo nella disciplina che ti sei scelto. Là fuori regna
la Meritocrazia, e la forza di gravità è la commissione esaminatrice.
Inconsistenza, incompetenza, e menzogne: la terra là sotto la fa breve con
tutte le cose del genere. Se non ti fermi da te, ci penserà lei a farlo."Mark Twight, Confessioni di un serial climber.
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